Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca

Oblio è lieto di presentare a lettori e lettrici questo numero 46, in un clima di significativa ripresa delle iniziative culturali e delle attività scientifiche con il progressivo ritorno alla normalità. Ci uniamo a una diffusa sensazione di sollievo e di plauso per il riattivarsi della presenza nella didattica e in convegni e seminari, che hanno ripristinato forme collaudate del dibattito scientifico, rinsaldato antichi legami intellettuali, aprendone pure di nuovi, e consentito un più efficace scambio di idee e progetti. E tuttavia non possiamo fare a meno di notare il radicarsi di alcuni processi che agiscono sulla pratica quotidiana dell’attività universitaria. Il nostro lavoro di studiosi viene sottoposto a una eccessiva pressione. Gli obblighi burocratici, le schede e le attestazioni della didattica, la logica della produttività scientifica e del suo accertamento in primo luogo esteriore (come promettono anche le ipotesi di valutazione virtuale della ricerca), l’ipertrofia delle stesse attività di valutazione e delle procedure formali ci mettono alla prova, con intralci e complicazioni. La ricerca intellettuale ne risulta spesso frammentata nonostante sia incentivata dai parametri concorsuali e accelerata dalla contrazione dei tempi di studio. Le scadenze si accavallano e spesso si sovrappongono in un clima di lavoro a tappe forzate, come quello che ha coinvolto il comitato direttivo nei densi mesi di ottobre e novembre.

Su questo orizzonte Oblio, che è ricorso a una più gestibile programmazione semestrale, è lieto di mantenere fede ai suoi impegni, garantendo puntualità e continuità, con il concorso della nostra giovane redazione, rinnovata e allargata. Da questo numero accogliamo nel comitato editoriale anche Stefano Lazzarin, che ci aiuta a integrare la squadra di collaboratori e collaboratrici assestatasi sin dal n. 42|43.

In questo senso e a fronte dell’estendersi delle pubblicazioni scientifiche nel nostro campo, la scelta della rivista di costituire anche e innanzitutto un «osservatorio bibliografico» appare tuttora azzeccata. Crediamo che la comunità scientifica, in questo contesto dispersivo, abbia bisogno di una finestra aggiornata sugli studi e di strumenti agili per orientarsi. Per questo la nostra sezione di recensioni merita ulteriore impulso e collaborazione. Le oltre 40 recensioni di questo numero restano un obiettivo minimo per le ambizioni di Oblio, che insegue sempre il sogno di fornire una rappresentazione credibile dello stato e delle tendenze della ricerca critico letteraria attuale. Per accorciare la distanza da questo traguardo, torniamo a convocare il sostegno di collaboratrici e collaboratori, vecchi e nuovi, perché non ci facciano mancare il loro apporto.

L’anno 2022 ha visto, tra le altre, due ricorrenze straordinarie per i nostri studi, che sono state degnamente celebrate in moltissime sedi e circostanze: i centenari di Giovanni Verga e Pier Paolo Pasolini. La data di morte del primo combacia con la data di nascita del secondo e la coincidenza indica quasi un passaggio di testimone tra due autori accomunati dall’osservazione critica verso le insorgenze della modernità. Oblio, giocando in un certo senso con largo anticipo, ha già dedicato uno speciale a Verga nel numero 40 e ora propone un omaggio a Pasolini, con una discussione intorno alla nuova edizione di Petrolio, il cui testo è stato rivisto in modo importante da Maria Careri e Walter Siti. A parlarne in circolo sono Luca D’Ascia, Davide Luglio, Corinne Pontillo, Giada Stigliano e Caterina Verbaro. La rubrica all’attenzione accoglie un’interessante proposta di Alberto Comparini, dando spazio all’inedita tesi di laurea in filosofia di Massimo Bontempelli dal titolo Sul problema del libero volere. L’inedito si offre come un cospicuo tassello per disegnare il quadro della formazione culturale dello scrittore e per rivelare la persistenza di temi e riferimenti nella sua opera maggiore, come mostrano gli interventi dello stesso Comparini, di Diego Terzano e Irene Bertelloni. Un ponte tra le due rubriche e la sezione dei saggi, tutti novecenteschi, è dato dagli scritti di Viola Bianchi e di Teresa Spignoli, rispettivamente su L’eden della tartaruga e Poesia in forma di rosa. A Palazzeschi e Leopardi, de Cespedes e il cinema, Svevo e Villa sono dedicati gli altri.

Nel chiudere questo editoriale il comitato direttivo rinnova il proprio ringraziamento alla Mod – Società italiana per lo Studio della Modernità Letteraria, che, oltre a non far mancare il suo appoggio alla rivista, contribuisce fattivamente, con i suoi soci e socie, a rubriche saggi e recensioni di ciascun numero e garantisce la qualità dei contributi pubblicati con la partecipazione dei suoi membri ai compiti di revisione. Per questo Oblio non cessa di sentirsi parte integrante della Mod e di impegnarsi anche nel suo repertorio di resoconto e censimento della ricerca nell’ambito degli studi sulla modernità letteraria, offrendosi come spazio per le proposte e le discussioni che colleghe e colleghi vorranno avanzare e curare.

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