Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca

Oblio, IX, 36
a fuoco

Maria Grazia Lolla


«All That is Solid Melts into Air, All That is Holy is Profaned»: The Secular Modernity of Rosa Genoni

l mio intervento prende le mosse dal saggio sulla modernità di Marshall Berman All That Is Solid Melts Into Air (Tutto ciò che è solido svanisce nell’aria). La sua definizione inclusiva di moderno come “il tentativo di uomini e donne di farsi soggetto e non solo oggetto di modernizzazione” e il suo progetto pioneristico di colmare il divario tra modernizzazione (politica ed economica) e modernismo (culturale) offre lo spunto per la mia lettura modernista dell’opera di Rosa Genoni (1867-1954). Andando oltre il generico apprezzamento per la modernità e la lungimiranza delle creazioni di moda di Genoni, la mia lettura dei suoi scritti vuole portare l’attenzione sul vero e proprio avanguardismo artistico del suo approccio alla moda e sottolineare lo spessore intellettuale della sua visione dell’abbigliamento femminile senza precedenti. Straordinariamente secolare se non addirittura apertamente sacrilega, Genoni ha dato vita a uno stile prettamente italiano saccheggiando il patrimonio artistico e religioso del passato. Trasgressivi, ironici e molto simili al ready[1]made dell’avanguardia, i modelli paradossalmente moderni di Genoni volevano scioccare il pubblico non diversamente dalle serate futuriste. Lungi dall’essere un’opera strettamente di sartoria o un’impresa commerciale o nazionalista, la proposta di Genoni per una moda italiana chiede di essere interpretata nel più ampio contesto artistico e intellettuale. Scrittrice, insegnante e femminista oltre che stilista di moda, Genoni, la cui lunga vita ha coinciso con i cento anni che ci sono voluti perché nascesse il Made in Italy e le donne guadagnassero diritti politici, si è adoperata per plasmare e potenziare – oltre che vestire – le donne dell’Italia moderna così che potessero competere sulla scena mondiale. Contrastando il monopolio francese nella moda, Genoni ha cercato di promuovere una visione della donna come intellettuale in aperta polemica con i modelli ipersessuati venduti dagli stilisti francesi. Sfidando la normatività opprimente dei manuali di condotta, Genoni esalta l’individualità delle donne. Non solo veste le dive del momento ma invita le donne a partecipare alla vita pubblica e a comunicare con l’abito il desiderio di cambiare il mondo che cambia.

My article begins with a discussion of Marshall Berman’s “All That Is Solid Melts Into Air”. His inclusive definition of modernism as“any attempt by modern men and women to become subjects as well as objects of modernization” and his pioneering work bridging the divide between (economic and political) modernization and (cultural) modernism provide the impetus for my modernist interpretation of the work of Rosa Genoni (1867-1954). Surpassing a mere generic appreciation of the modernity and foresight of Genoni’s fashion designs, my close reading of her work intends to draw attention to the artistic modernism and true avant-garde of her approach to fashion and emphasize the unprecedented intellectual scope of her vision of women’s wear. Strikingly secular if not deliberately sacrilegious, Genoni crafted a distinctively Italian style by ransacking the world’s artistic and religious heritage. Transgressive, ironic and reminiscent of avant-garde ready-made, Genoni’s paradoxically modern designs were intended to shock audiences not unlike futurist events. Far from being a narrowly sartorial, commercial or even nationalistic enterprise, Genoni’s proposal of an Italian design demands interpretation in the wider artistic and intellectual context. A writer, a teacher, and a feminist as well as a fashion designer, whose long life spanned the century it took for the Made in Italy label to be born and for women to gain political rights, Genoni labored to shape and empower–rather than simply dress–the women of modern Italy so that they could compete in the world arena. Countering the French monopoly in fashion, Genoni aspired to further a vision of women as intellectuals in open polemic with the oversexualized models sold by French designers. Challenging the oppressive normativity of manuals of conduct, Genoni emphasizes women’s individuality. Not only did she dress the divas of the time but she invited women to take part in public life and to communicate with their dress their wish to change a world that is changing them.

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