Oblio, X, 38-39 a fuoco Giuseppina Casella A testa in giù… come il Baobab! Scarica in pdf L’Autrice prende spunto dal Baobab, un albero africano dal cuore d’oro che, secondo un’antica leggenda, fu piantato da Dio a testa in giù, per sviluppare una metafora che ci spinge a vedere le cose capovolgendo la nostra prospettiva, facendoci riportare alla luce le nostre radici. Il fine di questo capovolgimento è ritrovare delle connessioni più umane con noi stessi, con gli altri e con la Natura che ci circonda. Questa metafora si fa poi filo conduttore per una breve riflessione centrata sul mondo degli adolescenti; mondo particolarmente esposto all’invasione di oggetti, oggetti concreti ed oggetti che si fanno sempre più velocemente virtuali in un’alternanza confusiva che può determinare un pericoloso sradicamento. Da qui l’importanza di non aver timore di riportare alla luce le proprie radici e di spingerle verso l’alto come il Baobab, per evitare che un nostro sradicamento ci renda sempre più fragili rispetto alla realtà. The author is inspired by the Baobab, an African tree with a golden heart that, according to an ancient legend, was planted by God upside down, to develop a metaphor that pushes us to see things by turning our perspective upside down, making us bring back our roots. The aim of this reversal is to find more human connections with ourselves, with the others and with the Nature that surrounds us. This metaphor then becomes the guiding thread for a brief reflection centered on the world of adolescents. This world is particularly exposed to the invasion of objects, both concrete objects and objects that become virtual faster and faster in a confusing alternation that can lead to a dangerous eradication. Hence the importance of not being afraid to bring to light one’s roots and to push them upwards like the Baobab to avoid that our uprooting makes us increasingly fragile compared to the reality.